Il trading online non è un affare esclusivo dei trader professionisti ma anche della gente comune. E’ sufficiente imparare a utilizzare gli strumenti offerti dalle piattaforme trading e a interpretare i segnali trading che questi stessi strumenti producono. Le risorse principali sono rappresentate dagli indicatori, che consistono nell’elaborazioni di dati grezzi in grado di suggerire – attraverso modelli quanto più possibili matematici – l’andamento di un asset (valute forex, azioni, indici o materie prime).
Il percorso di formazione è facilitato dall’abbondante letteratura in merito presente in rete, spesso messa a disposizione da alcuni broker. Tra questi spicca Options Click, che propone un e-book gratuito di segreti e consigli per iniziare a tradare.
Ad ogni modo, uno degli indicatori più utilizzati è il MACD. Ecco di cosa si tratta.
Cos’è l’indicatore MACD
Il concetto che sta alla base è quello di seguire il trend attraverso la media mobile semplice (anche se l’indicatore in questione può essere ricavato anche con altri tipi di medie).
La media mobile semplice è una linea in cui ciascun punto restituisce la media che l’asset ha fatto registrare in un tot di periodi precedenti. Il numero dei periodi è variabile e viene espresso con il termine “dominio”. Una media mobile semplice con un dominio alto, detta anche “lenta”, suggerisce la presenza o meno di un trend di lungo corso. Una media mobile semplice con dominio basso, detta anche “veloce”, suggerisce trend recenti.
L’indicatore MACD si compone di due medie, una veloce (in genere di dominio 13, quindi a 13 periodi) e una lenta (di dominio 26, a 26 periodi).
Come si legge l’indicatore MACD
Questo indicatore fornisce segnali quando le due linee interagiscono. O meglio, si intersecano.
Quando la media veloce mobile incrocia dal basso verso l’alto la media mobile lenta, il segnale è rialzista, quindi occorre comprare. N
Quando, invece, la media veloce mobile incrocia dall’alto verso il basso la media mobile lenta, il segnale è ribassista, quindi occorre vendere.
Un’altra caratteristica delle medie mobile è che quella lenta in genere è meno reattiva rispetto a quella veloce, sicché sembra quasi che la seconda insegua la prima.