Lo strumento finanziario della cartolarizzazione è stato ideato negli anni settanta negli Stati Uniti, nell’ambito della strategia di sostegno alla casa. Negli ultimi anni il ricorso a tecniche di cartolarizzazione si è diffuso a livello globale e ha riguardato sempre più attività e settori diversi da quello immobiliare. Il sistema delle cartolarizzazioni è il risultato più evidente di quel processo di finanziarizzazione all’origine della crisi economica e finanziaria attuale.
La cartolarizzazione è una tecnica finanziaria che prevede la possibilità di cedere i propri crediti monetari, presenti e futuri, ad una società appositamente costituita, che si occuperà della loro trasformazione in titoli negoziabili sul mercato finanziario.
In pratica raggruppa portafogli di crediti normalmente non scambiabili individualmente sul mercato e li struttura in vari tipi di obbligazioni che possono essere quindi vendute ad investitori mobiliari, come fossero azioni od obbligazioni.
I titoli cartolarizzati hanno, come le obbligazioni normali, una scadenza e un tasso di interesse, e il servizio del debito è legato ai rimborsi e ai pagamenti di interessi da parte degli originali mutuatari. La banca, oltre al vantaggio di mobilizzare quelle attività poco liquide, si scrolla di dosso anche il rischio legato a quei mutui: il rischio è passato agli investitori.