Una delle pratiche più diffuse in tema di acquisti è quella del finanziamento; per qualsiasi tipo di bene è possibile dilazionare i pagamenti per non supportare in un’unica rata il costo; ma se il venditore non effettua la consegna del bene cosa succede.
In realtà anche se all’apparenza potrebbe sembrare che i soggetti coinvolti nella pratica del finanziamento siano solamente due, c’è un terzo soggetto, ovvero la finanziaria, che è protagonista di queste pratiche.
In genere la prassi prevede che il consumatore ottiene l’immediato possesso del bene versando eventualmente solo una piccola parte del costo totale, mentre il costo restante viene pagato al venditore dalla società finanziaria che verrà poi pagata dall’acquirente mediante le singole rate maggiorate del tasso di interesse.
Il problema sorge nel momento in cui il bene che deve essere consegnato non venga mai in possesso dell’acquirente perché magari il venditore è fallito o perché sono insorte altre problematiche.
Ebbene, in seguito ad alcune sentenze emesse per casi come questo, la Corte di Cassazione ha stabilito che il consumatore ha pieno diritto di rivalersi sulla società finanziaria per interrompere il finanziamento e per chiedere anche il rimborso delle rate già versate; questo anche perché si è tenuto conto che la finalità ultima dell’accensione del finanziamento è quella di entrare in possesso del bene, bene che in questi casi l’acquirente non vedrà mai.